Bibliografia - Il Tempo minore - Eros_vs13_feb18

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Studio critico di Giuseppe Zamarin
critico letterario

Eros Olivotto, Il tempo minore
Perosini Editore - Zevio VR - € 10,00
ISBN 88-85409-42-3



L'incrociarsi di percorsi esistenziali paralleli, accompagnato dal riaffiorare della coscienza, costituisce l'ordito sul quale Eros Olivotto intesse la narrazione di questo lungo racconto metaforico, quasi un itinerario alla ricerca di un porto ideale in cui sia possibile ancorare la speranza, la ragione del proprio esistere.
La scelta del mondo del teatro, come fulcro, fa entrare nel cono di luce dell'autore i protagonisti di un'esistenza, solo apparentemente appagata, con i loro compromessi, i loro drammi, le loro vittorie e sconfitte. Sono pure i personaggi di contorno (il sacerdore, Cepa, il mendico) a colorare però la pagina tanto da divenire orrinunciabili: il contraltare più valido allo smarrimento esistenziale. Scaturisce proprio da tali figure quella che potremmo definire la luce dell'attesa, grazie alla quale la scrittura assume la valenza di dono da largire, motivando così l'accadere imprevisto e la disponibilità, che inducono a cogliere la presenza discreta di Dio. Ecco i personaggi, tesi alla conquista o alla riconquista di se stessi, muoversi disancorati quasi stelle cadenti. Una storia emblematica quindi, che si dipana lungo il filo del possibile, nella consapevolezza dei limiti dell'uomo.


 





..."Da ultimo gli apparve il mare, vasto e abbagliante, e, come Dio, raccolto nel mistero della sua profondità."...




.."Sperduti, come sospesi, evitiamo di chiederci cosa per noi sia fondamentale. Credo, lo stesso succeda anche con Dio.
Si schiarì la voce, trattenendo una smorfia di sofferenza.
- Dio è difficile. Perciò l'abbiamo dimenticato."...



.."Cepa detestava gli uomini, il loro mondo incomprensibile, che temeva, che fuggiva. L'unica eccezione erano i bambini, i soli di cui a tratti accettasse la presenza. A volte li squadrava, tronfio e fiero, annuendo al cielo con un gesto che suscitava risate fragorose, a volte, abbandonando qualcosa sul terreno, si ritirava con circospezione, invitandoli ad avvicinarsi. Più tardi, osservandoli timorosi raccogliere quanto aveva lasciato, prendeva a volteggiare, ruotando su se stesso, mentre sul suo viso si dispiegava un misterioso sorriso."...

... "La gente! La si dovrebbe amare, la gente. Seduta nei tramonti accanto alle porte, perduta nel vuoto delle strade, sola. Era bella la gente, bella da togliere il fiato.
Franco ascoltava interdetto.
Gremita nelle piazze, negli stadi, o piantata a gambe larghe dentro il mare, nella luce di giorni assolati e veloci, come dentro povere chiese, poveri cuori, al riparo dagli anni, dal dolore.... Lui si, l'amava la gente! Il tempo, come un maestro paziente, glielo aveva insegnato."...



.."Un dolore profondo li avvinse. Poi il tempo regalò altri istanti e lentamente, come il riflesso di un'eco, la tristezza li abbandonò. Gli sguardi tornarono a farsi leggeri, i sorrisi complici e pigri. Tornò la vita, con tutto il suo carico di inconsapevolezza, di chiassosa lontananza.
Pure, negli occhi di Maria, gravava un'ombra sottile."...

..."- E' complicato, - disse - come dover parlare di qualcuno che non si vede da tempo, una persona… una di quelle cui, normalmente, non attribuiamo una sessualità, una vita intima, segreta. Per questo quando una loro acconciatura, un abito, un cappello, la novità di un particolare arriva a colpire la nostra attenzione, proviamo un senso di stupore, di…colpevole meraviglia."...



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