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NOTA CRITICA DI ROBERTA DAPUNT, POETESSA
Celebra la madre che osservi in te ogni volta di nuovo. Essa è tema immortale, sorgente che ti porti appresso, dentro alle memorie e tra le dita delle tue mani chiuse al suo pensiero.
Rinuncerai senza opposizione alla sua presenza e sarà comandamento morale il lutto. Cardine della tua vita che in fondo all’anima sente forte il desiderio di quel fiato, che unico riconobbe il tuo pianto sempre.
E’ fonte di creazione e di bellezza la madre nei versi di Eros Olivotto. Confida in versi la sua malinconia verso il legame per eccellenza ed è un giusto mezzo la ricerca della parola. Può recuperare dentro di noi qualità forgiate, ma anche ossessioni che tolleriamo per un desiderio in fondo all’anima della persona mai conosciuta abbastanza e dell’amore che non avremo mai condiviso a sufficienza.
A volte mi chiedo
che forza tu avessi
perché sorridevi se io,
distogliendo lo sguardo,
ignoravo la tua solitudine.
Indifferente,
tacevo.
Rimangono riflessioni disuguali le mie, nell’ “Elegia per la madre” di Eros Olivotto, ciò nonostante sono ospite onorata e mi permetto di richiamare Victor Hugo, augurando al poeta la gioia di sentirsi triste.
Roberta Dapunt