Come sapessi: Nota critica di ANNAMARIA ECCLI
Elegia di un’esistenza diafana, cieca quasi fino alla fine, “negando che tutto possa svanire”. Fresco di stampa, per i tipi di Perosini, il quinto libro di liriche di Eros Olivotto, poeta frugale nella parola quanto generoso nelle immagini, che non si è mai stancato di misurare a passi lenti la caverna in cui viviamo. “Come sapessi” sarà presentato questa sera alle 20.30 nella sala dell’Auditorium del Comune di Avio, introdotto da Pierluigi Perosini, commentato dalle suggestioni musicali del veronese Alberto Costantini. Sorta di bilancio dell’esistenza, illuminato da infinita tenerezza verso la compagna di una vita, la moglie Gabriella, e un figlio, Francesco, di cui il poeta conosce bene la necessaria distanza (“Finché un giorno/ sorpreso dal silenzio/ così nuovo per te/ inatteso/ cercherai le mie parole” scrive, disegnando la condizione in cui tutti, da figli in perdita, siamo destinati a incespicare), il volume fa i conti con l’età dei disinganni, nella quale ”Indifferenti/tornano a sorprenderci le cose”. E’ una nuova radiografia dell’anima quella che Olivotto traccia giocando con le personificazioni, scarnificando la parola, cogliendone l’insufficienza, mettendola davanti alle sue responsabilità, chiedendo “se ciò che fummo ci avrà perduto”, consapevole del nostro essere” giorno che rincorre la sua sera”. Valanghe di questioni speculative che l’umanità ha rivoltato per secoli dietro a questi versi, con preghiera finale, rivolta verso un Dio immenso e indicibile cui solo la quiete si attaglia. I temi ricorrenti in “Come sapessi” sono quelli di sempre, esistenziali, così come quella di sempre è l’ostinazione dell’autore nel perseguire la bellezza, che è l’opposto della ridondanza, dell’enfasi, della retorica; che “è sottrazione”.
Annamaria Eccli